La valorizzazione dell’area archeologica con il recupero funzionale del Teatro romano si inserisce nella strategia di rigenerazione urbana, su base culturale e creativa, messa a punto dall’amministrazione comunale. L’obiettivo è quello di restituire alla comunità alcuni contenitori culturali inattivi, degradati o depotenziati nel loro utilizzo da molto tempo. Il primo intervento ha interessato i lavori generali di pulitura dell’area e la liberazione completa del Teatro ottenuta con la demolizione di palazzo Salvoni e di ciò che era rimasto di palazzo Adamoli. A questi seguiranno il recupero delle parti superstiti del teatro antico con la totale messa in sicurezza e pulitura; la realizzazione, evitando la creazione di spazi di servizio sottostanti, della nuova cavea, che potrà sussumere elementi di gradonata antica provenienti dagli scavi e dalle demolizioni effettuati; la realizzazione della piazza del Teatro (diázoma urbano), dei ballatoi panoramici e degli accessi; il recupero e ristrutturazione dell’edificio di proprietà del demanio comunale posto in angolo dela via Paris da destinare a City Hub ( dove allocare servizi funzionali e complementari al teatro rifunzionalizzato); la realizzazione della copertura delle parti del teatro antico, necessaria per preservare dagli agenti atmosferici i frammenti superstiti del Teatro Romano; percorsi e funzionalità dell’area del teatro romano rifunzionalizzato.
NOTA STORICA
Il teatro, costruito probabilmente nella prima età augustea, era stato inglobato in costruzioni successive e solo a partire dal 1926 è stato in parte riscoperto e restaurato.
Le gradinate della cavea, che aveva un diametro di m 78, potevano accogliere circa tremila spettatori; erano rette da una struttura in opera cementizia racchiusa da un doppio anello di pilastri in blocchi lapidei. Il prospetto esterno ad arcate aveva probabilmente un secondo ordine sopra quello conservato; dal corridoio perimetrale, coperto da volta a botte continua, si dipartivano 21 settori radiali a cuneo, anch'essi in blocchi di pietra nel tratto addossato ai pilastri, ma in opera cementizia come le volte nel tratto più interno.
Sei scale di accesso conducevano alla parte superiore della cavea, forse divisa in due settori, di cui l'inferiore con cinque cunei separati da scalette, individuabili da qualche elemento ancora sul posto. Dell'orchestra rimane, lungo il bordo della cavea, una piccola parte della pavimentazione in lastre di travertino, con canaletti forse per una transenna; è visibile solo uno dei due accessi tra il muro laterale di sostegno della cavea e l'edificio scenico.
Di quest'ultimo, in parte ancora inesplorato, rimangono poche tracce sufficienti, tuttavia, a riconoscere la presenza dello schema consueto della fronte (frons scaenae), con un'ampia esedra centrale semicircolare e due rettangolari ai lati con porte.
Dinanzi al frontescena, di cui numerosi frammenti suggeriscono la ricca decorazione, si estendeva sino all'orchestra il proscenio (pulpitum), con una fronte rettilinea, alta circa m. 1,30, articolata da nicchie. I frammenti decorativi architettonici della frons scaenae hanno consentito una parziale ricostruzione dell'angolo orientale della grande esedra centrale: lo spigolo è occupato da un semipilastro angolare di cui rimane la parte superiore con l'elaborato capitello corinzio.
Si conserva anche il settore corrispondente dell'architrave e della cornice, quest'ultima decorata a mensole che separano cassettoni con elementi floreali o armi. Certamente pertinenti allo stesso sistema decorativo, oltre a numerosi elementi di cornici analoghe ad andamento rettilineo e curvilineo, sono alcune basi di colonne (simile doveva essere la base della lesena angolare), da immaginare forse dinanzi alle esedre laterali.
L'altezza totale del rivestimento architettonico è di circa m. 12; non si può escludere la presenza di un secondo ordine, tale da portare la scena alla stessa altezza del prospetto esterno (praecinctio) della cavea, secondo la tipica concezione del teatro romano inteso come struttura architettonicamente unitaria.
NOTA STORICA
Il teatro, costruito probabilmente nella prima età augustea, era stato inglobato in costruzioni successive e solo a partire dal 1926 è stato in parte riscoperto e restaurato.
Le gradinate della cavea, che aveva un diametro di m 78, potevano accogliere circa tremila spettatori; erano rette da una struttura in opera cementizia racchiusa da un doppio anello di pilastri in blocchi lapidei. Il prospetto esterno ad arcate aveva probabilmente un secondo ordine sopra quello conservato; dal corridoio perimetrale, coperto da volta a botte continua, si dipartivano 21 settori radiali a cuneo, anch'essi in blocchi di pietra nel tratto addossato ai pilastri, ma in opera cementizia come le volte nel tratto più interno.
Sei scale di accesso conducevano alla parte superiore della cavea, forse divisa in due settori, di cui l'inferiore con cinque cunei separati da scalette, individuabili da qualche elemento ancora sul posto. Dell'orchestra rimane, lungo il bordo della cavea, una piccola parte della pavimentazione in lastre di travertino, con canaletti forse per una transenna; è visibile solo uno dei due accessi tra il muro laterale di sostegno della cavea e l'edificio scenico.
Di quest'ultimo, in parte ancora inesplorato, rimangono poche tracce sufficienti, tuttavia, a riconoscere la presenza dello schema consueto della fronte (frons scaenae), con un'ampia esedra centrale semicircolare e due rettangolari ai lati con porte.
Dinanzi al frontescena, di cui numerosi frammenti suggeriscono la ricca decorazione, si estendeva sino all'orchestra il proscenio (pulpitum), con una fronte rettilinea, alta circa m. 1,30, articolata da nicchie. I frammenti decorativi architettonici della frons scaenae hanno consentito una parziale ricostruzione dell'angolo orientale della grande esedra centrale: lo spigolo è occupato da un semipilastro angolare di cui rimane la parte superiore con l'elaborato capitello corinzio.
Si conserva anche il settore corrispondente dell'architrave e della cornice, quest'ultima decorata a mensole che separano cassettoni con elementi floreali o armi. Certamente pertinenti allo stesso sistema decorativo, oltre a numerosi elementi di cornici analoghe ad andamento rettilineo e curvilineo, sono alcune basi di colonne (simile doveva essere la base della lesena angolare), da immaginare forse dinanzi alle esedre laterali.
L'altezza totale del rivestimento architettonico è di circa m. 12; non si può escludere la presenza di un secondo ordine, tale da portare la scena alla stessa altezza del prospetto esterno (praecinctio) della cavea, secondo la tipica concezione del teatro romano inteso come struttura architettonicamente unitaria.